Guido
Jouret è a capo della divisione “Emerging technologies” di Cisco, un incubatore
interno che si occupa di intercettare idee per sviluppare opportunità di
business. “Le macchine diventeranno piú
intelligenti, saranno in grado di capirci, parleranno le une con le altre”,
dice Jouret descrivendo la visione che orienta la ricerca dell’azienda. “Nel
frattempo crescerà la nuova era di internet, che dai pc è arrivato ai
cellulari, tablet, tv, auto, elettrodomestici; presto connetterà i ponti, le strade,
le vie di distribuzione di petrolio, gas e acque”.
L’internet of things, che Jouret definisce “il più grande trend del momento”, è già una realtà, se è vero che il numero di oggetti connessi ha superato quello delle persone con accesso a internet. “Nel 2003 la popolazione mondiale era di 6,3 miliardi, i device connessi 500 milioni. Già nel 2010 erano 12,5 miliardi, saranno 25 miliardi nel 2015 e 50 miliardi nel 2020.”
L’internet of things, che Jouret definisce “il più grande trend del momento”, è già una realtà, se è vero che il numero di oggetti connessi ha superato quello delle persone con accesso a internet. “Nel 2003 la popolazione mondiale era di 6,3 miliardi, i device connessi 500 milioni. Già nel 2010 erano 12,5 miliardi, saranno 25 miliardi nel 2015 e 50 miliardi nel 2020.”
Il
2020 è anche la data che la Comunità Europea ha individuato per sviluppare il programma dedicato a una crescita economica
intelligente, sostenibile e solidale. All’interno del quale si colloca la
realizzazione dei primi progetti che riguardano le Smart Cities, ovvero le
strategie di applicazione delle tecnologie alla progettazione degli spazi
urbani.
Le
grandi compagnie dell’Information Technology, come Cisco, provvederanno a
disseminare gli spazi pubblici e privati di oggetti intelligenti, connessi, sempre piú potenti nelle loro
capacità di interazione con gli individui, di determinazione dei comportamenti,
di elaborazione degli algoritmi che orienteranno le decisioni. Tutto ciò che la
vertiginosa implementazione delle tecnologie prevista da Cisco non include,
tuttavia, è esattamente ciò che manca per rendere gli spazi sociali davvero
sostenibili, solidali e abitabili. Ovvero tutte le pratiche di integrazione della tecnologia in grado
di dotare le persone degli strumenti necessari per interrogare le macchine,
intercettare i flussi di intelligenza, comprendere le informazioni. Soluzioni
che possano permettere agli individui di collocare gli oggetti dentro un
universo raccontabile, orientato storicamente e culturalmente. Di connettere le
esperienze a un regime di senso. Di dare
significato all’intelligenza stupida delle cose.
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