Le
pratiche artistiche che si inscrivono nei contesti urbani, che riflettono sulla
relazione tra l’opera d’arte e l’ambiente, possono dire qualcosa sul presente
della città, del quale la presenza dell’arte rivela i punti di tensione. L’arte
si colloca dentro la città come ipotesi
progettuale. La sua interpretazione dello spazio produce uno scarto
rispetto all’esistente urbanistico, e suggerisce modelli di trasformazione.
Per vincere il proprio complesso di subordinazione rispetto a New York e Los Angeles Chicago, terza città degli Stati Uniti, si affida a un programma di rigenerazione urbana che assume l’arte come elemento strutturale. Transition Team è un progetto pensato per fare della città un incubatore di creatività. Attrarre e accogliere artisti e operatori culturali creando, attraverso sovvenzioni e sostegno logistico, condizioni e ambienti di lavoro adeguati. Con la prospettiva di coinvolgere gli ospiti nel processo di pianificazione urbana: gli artisti non si limiteranno a occupare e a sfruttare gli spazi che gli saranno concessi, ma potranno contribuire a ridefinirli. L’esperimento di Chicago mostra una possibilità di inclusione dell’arte nel contesto urbano non soltanto come elemento ornamentale, o come attrattore turistico. L’arte è integrata all’interno della città come strumento di progettazione e come serbatoio di soluzioni tecniche e concettuali. Esce dall’esilio dei “contenitori d’arte” per disperdersi nell’ambiente e modificare, insieme all’estetica dei luoghi, le dinamiche sociali e civili.
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