mercoledì 23 gennaio 2013

Il contenuto è il contenitore

“Webinar” è la dodicesima voce del Dizionario controfattuale dell’innovazione di Matteo Pelliti. Un glossario incongruo fatto di indagini storico-etimologiche che aprono varchi nella stolida compattezza delle parole d’ordine della modernità. Un antidoto ai tic gergali e alle coazioni al nuovo, da somministrare, parafrasando Montale, agli “innovatori che non si voltano”. Uno stupidario puntuale come il mercoledí, tutti i mercoledí, in collaborazione con Il Bureau.

 


I media per fortuna sono ambigui, perché la ritualità che attivano, lo scambio di presenze e la loro evocazione, stanno a metà tra un’efficacia reale (“servono”) e la frustrazione che provocano (“ci sei, ma non ci sei, sembri qui ma non ci sei”). I media sono formidabili provocatori di nostalgia, perché sono essenzialmente evocativi: è l’evocazione la vera trasmissione che producono.
Franco La Cecla, Surrogati di presenza



Il primo uso attestato del termine è, per l’inglese, il 1998, mentre per chi lo incontrasse per la prima volta solo adesso, leggendolo qui, sarebbe il 2013. I neologismi sono oggetti strani, ed è difficile togliere loro quell’atmosfera da “alieno” che sbarca nel paesaggio della lingua anche a distanza di molti anni dal loro sbarco. Sbarco e colonizzazione, il grande arbitro regolatore che è poi sempre, alla fine, l’Uso. Cosí, fortunatamente, “webinar” rimane ancora confinato nei siti, nei contesti, nelle strutture che organizzano o pubblicizzano, appunto, webinar. Contrazione di web e seminar, indica un seminario frequentabile “a distanza”, online, dove i partecipanti intervengono secondo vari livelli d’interazione (audio, video, testi) tra loro e con i docenti/conferenzieri. Del secondo termine che compone il neologismo, “seminario”, si perde tutta la radice del “semen” e rimane solo il contenitore, -ar, dal suffisso -arium latino. Il risultato è un “doppio contenitore”, contenuto e contenitore collassano nel webinar, dove la presenza è “a distanza” perché si privilegia una piú economica, cosí si dice, trasmissione delle idee rispetto allo spostamento fisico delle persone per condividere idee. Non esiste argomento, ambito disciplinare, campo di ricerca che non possa giovarsi oggi di un apposito webinar e che non trovi in rete, realizzato, organizzato, l’adatto webinar. Un tratto comune all’innovazione, cosí come l’abbiamo vista delinearsi nel corso di questo Dizionario, nella sua grammatica di superficie, è la tautologia. Ogni parola dell’innovazione rimanda a se stessa, si “mostra”, e crea meta-esperti dell’innovazione il cui sapere specifico è tessere un elaborato meta-discorso sulle parole dell’innovazione. I webinar piú affascinanti, cosí, sono quelli che hanno per tema proprio i webinar stessi, quelli dedicati alle nuove forme di collaborazione e apprendimento in rete. Il gioco di specchi, escheriano, è compiuto. Non ci resta che accendere la webcam, fare il login e sperare in un keynote interessante.

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