Le
pratiche artistiche che si inscrivono nei contesti urbani, che riflettono sulla
relazione tra l’opera d’arte e l’ambiente, possono dire qualcosa sul presente
della città, del quale la presenza dell’arte rivela i punti di tensione. L’arte
si colloca dentro la città come ipotesi
progettuale. La sua interpretazione dello spazio produce uno scarto
rispetto all’esistente urbanistico, e suggerisce modelli di trasformazione.
Sospesa
nel limbo di una ricostruzione che probabilmente, nella sostanza progettuale,
non è mai cominciata, L’Aquila cerca di suturare
i tessuti urbani e sociali ricorrendo alle arti figurative e alla poesia.
Poesia di strada in realtà aumentata è una mostra che “espone”, disseminandole
nello spazio della città, installazioni
artistiche virtuali accessibili attraverso dispositivi mobili,
sovrapponendo al significato dei luoghi fisici quello di luoghi della mente che
aumentano la realtà e potenziano le facoltà percettive. Le lacerazioni della
città diventano fessure per accedere a un’altra dimensione, dentro un impasto
di tracce materiali e segni della cultura. Per spingere lo sguardo oltre la
superficie delle cose, visualizzando una
possibilità di ricostruzione che non riguardi soltanto gli edifici.
All’ordine
delle possibilità, alla ricostruzione come auspicio allude anche l’auditorium provvisorio costruito a L’Aquila da Renzo
Piano. Progettata completamente in legno (lo stesso legno usato per la fabbricazione dei violini Stradivari), concepita come intervento
reversibile, la struttura si colloca nel Parco del Forte spagnolo, e dovrebbe
essere dismessa quando il vecchio auditorium del Forte sarà rimesso in
funzione. Anche se la città potrebbe scegliere di mantenerla e di “raddoppiare”
simbolicamente lo spazio. L’auditorium di Piano è anch’esso una realtà aumentata: afferma un’intenzione,
indica una direzione, integra la necessità di recuperare ciò che è stato con
l’opportunità di immaginare ciò che potrebbe essere.
L’urgenza di progettare la ricostruzione sarà il tema fondamentale degli Stati generali dei Beni Culturali: L’Aquila7 ottobre – storici dell’arte e ricostruzione civile, un’iniziativa autoconvocata dagli operatori del settore con l’obiettivo di coinvolgere le istituzioni e richiamare l’attenzione sulle responsabilità che scaturiscono dall’articolo 9 della Costituzione: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.”
“Lo stato terribile dell’Aquila”, si legge nel comunicato dei promotori, “divisa tra monumenti annullati e new towns di cemento, è una metafora perfetta di un Paese che affianca all’inarrestabile stupro edilizio del territorio la distruzione, l’alienazione, la banalizzazione del patrimonio storico monumentale, condannando cosí all’abbrutimento morale e civile le prossime generazioni.”
L’urgenza di progettare la ricostruzione sarà il tema fondamentale degli Stati generali dei Beni Culturali: L’Aquila7 ottobre – storici dell’arte e ricostruzione civile, un’iniziativa autoconvocata dagli operatori del settore con l’obiettivo di coinvolgere le istituzioni e richiamare l’attenzione sulle responsabilità che scaturiscono dall’articolo 9 della Costituzione: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.”
“Lo stato terribile dell’Aquila”, si legge nel comunicato dei promotori, “divisa tra monumenti annullati e new towns di cemento, è una metafora perfetta di un Paese che affianca all’inarrestabile stupro edilizio del territorio la distruzione, l’alienazione, la banalizzazione del patrimonio storico monumentale, condannando cosí all’abbrutimento morale e civile le prossime generazioni.”
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